In un mondo sempre più individualista, è importante tornare a guardare la proposta educativa di Don Oreste Benzi: la Società del Gratuito
di Francesca Cadei
Il recente convegno, tenutosi a Rimini in occasione del Centenario di Don Oreste Benzi, dedicato allo stile educativo della società del gratuito ha offerto l’occasione per riflettere sul senso profondo dell’educare oggi, in un tempo segnato spesso dall’individualismo e dall’ipercompetizione. Al centro del dibattito non c’è stato un metodo o una tecnica, ma uno stile di vita che orienta le relazioni, la scuola e la società: la scelta di amare come fondamento dell’esistenza. Amare, in questo contesto, significa “esserci”, farsi prossimi, riconoscere nell’altro non un rivale ma un compagno di cammino, aprendo così la strada alla costruzione di legami autentici.
Stefano Rossi, famoso psicopedagogista, scrittore e divulgatore, ha ricordato come uno dei mali più sottovalutati del nostro tempo sia l’individualismo. Viviamo in quella che è stata definita la società dell’io, segnata dall’ipercompetizione, dove chi perde viene bollato come “fallito”, con il peso della vergogna addosso, mentre chi vince è condannato all’ansia di dover confermare senza tregua il proprio successo. Ne risulta una “società dell’ansia”, in cui il mito del merito appare con due facce: da un lato promette giustizia contro i privilegi e sembra offrire una speranza di equità, dall’altro produce un clima fratricida, in cui ognuno è costretto a misurarsi in una logica di “tutti contro tutti”.
A fronte di questo scenario, l’intervento di Stefano Rossi ha ricordato, alla luce delle evidenze scientifiche, che la nostra mente è per sua natura “relazione” e che la prima esperienza di gioia prende forma proprio nell’abbraccio della madre e del padre. La felicità non si conquista isolandosi, come pretende l’individualismo che vorrebbe un “io che si fa Dio”, ma nell’incontro profondo con l’altro. La ricerca solitaria della felicità conduce invece ad alienazione, anedonia e spegnimento delle emozioni. Da qui deriva l’urgenza di un’educazione fondata sull’empatia. Non solo verso l’altro, ma anche verso sé stessi. Genitori ed educatori sono chiamati a diventare “porti sicuri”, capaci di offrire fiducia e calore e di rendere possibile l’esplorazione e la crescita. Questo è particolarmente vero nei confronti dei cosiddetti ragazzi “difficili”, che non sono semplicemente ribelli o maleducati, ma portatori di ferite profonde. Stefano Rossi ha spiegato che il loro comportamento aggressivo è spesso il frutto di un “mostro guardiano”, un meccanismo di difesa costruito per sopravvivere a tradimenti, abbandoni o umiliazioni. Dietro l’urlo c’è sempre un grido di aiuto che mette alla prova non l’autorità dell’adulto, ma la verità del suo amore. Nell’intervento sono stati presentati strumenti concreti capaci di educare all’empatia. Tra questi, la proposta della sedia dell’empatia: un angolo speciale in classe dove i ragazzi possano esprimersi attraverso “carezze emotive”, un grazie mai detto, una scusa rimasta in sospeso, un apprezzamento sincero. In questo gesto semplice si rivela un piccolo miracolo: “la coperta calda che abbraccia il cuore di chi riceve e riscalda anche chi dona”.
Stefano Rossi, Psicopedagogista ed esperto di infanzia e adolescenza
Il tema della sfida educativa è stato affrontato dal Docente Universitario Piergiorgio Reggio, richiamando figure come Paulo Freire e ricordando l’approccio di don Oreste Benzi. L’educazione autentica non può ridursi a un deposito di nozioni, ma deve essere trasformativa, capace di mettere in discussione il conformismo che vede i bambini e i ragazzi tutti uguali e standardizzati. L’apprendimento non è un processo individuale, ma un fenomeno sociale, relazionale, emotivo. Per questo la vera educazione non si limita a trasmettere conoscenze, ma promuove autonomia, coscienza critica e cambiamento, sia delle persone che della società.
L’educazione alla gratuità non è un metodo, ma uno stile di vita. Richiede agli insegnanti di rinunciare al potere per diventare maestri di vita, capaci di unire pensiero ed azione, riflessione e prassi, come ricordava Freire: “il pensiero senza azione è vuoto, l’azione senza pensiero è cieca”. È uno stile che nasce dalla vita stessa, come sottolineava don Benzi: “Le cose più importanti non le ho imparate dai libri, ma dalla vita, dal contatto con la gente. I poveri sono davvero i miei migliori maestri”. Inoltre l’esperienza di vita nella quotidianità genera un apprendimento profondo, che nasce nei luoghi definiti “mondi vitali”, come una casa famiglia, una cooperativa, descritti ed approfonditi durante la conferenza da Bartolomeo Barberis, presidente della Cooperativa il Pungiglione della Comunità Papa Giovanni XXIII.
In questa prospettiva si inserisce la proposta della scuola del gratuito, presentata da Riccardo Ghinelli, tra i suoi fondatori e promotori della pedagogia della gratuità. Quella descritta è una scuola che rifiuta la logica della competizione e del voto numerico, sostituendola con una valutazione dialogica; in un contesto che privilegia il lavoro di gruppo per scoprire i doni di ciascuno e trasformare le diversità in risorse e dove i genitori sono coinvolti non come clienti o sindacalisti, ma come collaboratori del percorso educativo. La lezione non è più solo frontale, ma diventa momento di scoperta condivisa, in cui anche gli alunni partecipano alla programmazione. Le regole non sono imposte dall’alto, ma costruite insieme, favorendo il senso di responsabilità e di appartenenza.
L’incontro si è così trasformato in un invito a ripensare all’educazione, alla scelta di amare, non come un sentimento vago, ma una forza trasformativa capace di generare legami, comunità e società nuove. In un’epoca segnata dall’ansia e dall’ipercompetizione, lo stile educativo della società del Gratuito rappresenta non un’utopia astratta, ma una possibilità concreta di cambiamento personale e collettivo.
Se sei interessato/a a questi temi, ne parleremo approfonditamente anche in alcuni panel del nostro Convegno Kronos e Kairos, 24-25 Ottobre, a Rimini. Per maggiori informazioni e per iscriversi, vi rimandiamo alla pagina dedicata.