aggiornato al 20/09/2025
di Davide Bianchini

Quando, l’11 settembre 2024, una cinquantina di ragazzi di Comazzo, convocati in un incontro pubblico, ha chiaramente espresso al Sindaco il desiderio di uno spazio per loro, nessuno poteva immaginare quello che è successo nei mesi successivi.
Oggi quel desiderio ha preso forma nel Campus HUB360, uno spazio che non è solo un centro aggregativo, ma che ambisce a divenire fulcro di relazioni e crescita per bambini e adolescenti del territorio.
Dal “Campus Friends” al “Campus HUB360”
Il progetto “Crescere insieme: Alleanze educative per il benessere della comunità”, realizzato da Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII e sostenuto dalla Fondazione Comunitaria di Lodi, ha permesso di dare nuova vita al precedente “Campus Friends” situato a Lavagna, trasformandolo in un “HUB” educativo: un punto di incontro dove allenare alcune competenze di vita, stringere amicizie e sentirsi parte di una comunità. Il numero “360”, invece, richiama l’idea di uno sguardo a tutto tondo, aperto e inclusivo, in cui ogni prospettiva trova valore.
La sfida delle difficoltà burocratiche
Il cammino non è stato semplice: tra burocrazia e tempi lunghi, l’avvio del progetto ha richiesto pazienza e determinazione. La collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Comazzo è stata decisiva. La concessione gratuita della Sala G. Deodato di Palazzo Pertusati ha dato stabilità al progetto, mentre la presenza costante del Sindaco – pedagogista di formazione – ha sostenuto e stimolato il lavoro dell’équipe educativa (3 educatori e alcuni giovani volontari). Ciò che ha caratterizzato l’avvio del Campus HUB360 è stato un agire concreto, sempre focalizzato sul dare una risposta al bisogno emergente dei ragazzi.
L’educativa di prossimità: una scelta vincente
Il cuore del progetto è l’educativa di prossimità, fatta di vicinanza, ascolto e quotidianità. Nei 62 pomeriggi di apertura, spesso iniziati con una semplice partita a biliardino o a ping pong, gli educatori hanno cercato di creare un clima accogliente, non giudicante e incentrato sulla fiducia. Con le aperture serali, frequentate da una media di 30 giovani tra i 14 e i 22 anni, si è voluto offrire un’alternativa allo stare in strada, piuttosto gradita considerata l’alta adesione di ragazze e ragazzi. Il riscontro più significativo per gli operatori è arrivato da alcuni momenti di ascolto informale e riservato, in cui alcuni ragazzi e alcune ragazze, spontaneamente, hanno condiviso aspetti personali della loro vita con gli educatori.
Giovani che crescono diventando protagonisti
Una delle esperienze più arricchenti di questi mesi si è vissuta con l’arrivo dell’estate: il GrEst (gruppo estivo).
Per 15 giornate, non sono stati animatori esterni a guidare le attività, ma 26 ragazzi del territorio, formati e seguiti dall’equipe educativa del Campus con la preziosa presenza costante del Sindaco, Marco Pavese. Hanno gestito giochi, laboratori, accoglienza e persino le pulizie, prendendosi cura di 41 bambini dal primo anno della primaria al secondo della secondaria di primo grado. Una mamma, scherzando, un giorno ha detto al referente educativo del Campus: «Potevate fare un Grest meno bello?! Mio figlio non vuole più stare a casa!». Per l’équipe, la vera consapevolezza è che il merito va ai ragazzi stessi, che con il loro impegno hanno fatto emergere maturità, creatività e senso di responsabilità.
Una rete che fa la differenza
Il Campus HUB360 non è solo un luogo fisico, ma un ponte tra scuola, famiglie, servizi sociali e volontariato. Con l’Istituto Comprensivo di Zelo Buon Persico ha realizzato circa 90 ore di tutoring individualizzato per 8 studenti e diversi incontri formativi per genitori. Con i Servizi Sociali del Comune collabora per accompagnare le situazioni di maggiore fragilità. La Parrocchia ha messo a disposizione spazi e materiali per il Grest, mentre la Comunità Terapeutica “Regina della Speranza” ha offerto persone ed energie. A tutto questo si aggiunge il prezioso contributo dei volontari, che sostengono le attività e colmano i vuoti dove le forze non bastano. E ancora, come Polo di Comunità per il progetto Im-Patto Digitale, grazie al quale il Campus ha potuto beneficiare di 4 PC donati al centro e un momento di formazione per gli adulti.
Guardando avanti
Ad oggi il Campus HUB360 in sei mesi di attività ha contattato almeno 90 ragazzi e 80 famiglie del territorio. È diventato un luogo dove i giovani non solo si incontrano, ma almeno per un momento hanno potuto fare anche esperienza del prendersi cura della comunità.
Il futuro guarda all’ampliamento delle offerte del Campus, alla crescita delle relazioni tra agenzie del territorio e con la comunità educante tutta, alla proposta di laboratori espressivi per ragazzi e ragazze e a una formazione più strutturata per i vari collaboratori.
Come dice un’educatrice del team: “Non abbiamo costruito solo un centro, ma una casa per la comunità. Un posto dove i ragazzi possono imparare che insieme si cresce davvero.”
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